Pubblichiamo da Repubblica (leggi articolo originale)
A un anno dall’alluvione causata dal crollo dell’argine del fiume Secchia a S.Matteo di Modena, il bilancio degli interventi messi in atto in 12 mesi sarà al centro del Consiglio provinciale lunedì. Il piano di interventi di sicurezza degli argini avviato dopo l’alluvione prevede investimenti per oltre 38 milioni di euro con oltre 70 interventi, in parte già realizzati.
Finora sono infatti già stati completati 52 interventi di messa in sicurezza per oltre 15 milioni, mentre è in corso di progettazione la seconda fase degli interventi previsti dall’ordinanza, per ulteriori 23 milioni di euro. Per i risarcimenti dei danni e la messa in sicurezza del nodo idraulico di Modena sono disponibili 210 milioni di euro: oltre ai 50 milioni per i privati, e i 15 milioni appunto per 52 cantieri conclusi sugli argini dei fiumi, altri 23 milioni sempre per gli argini per interventi in corso di programmazione, 80 milioni per i danni alle attività produttive, 7 milioni e 400 mila euro per il ripristino di opere e edifici pubblico danneggiati.
Per i danni causati dall’alluvione sono state liquidate finora ai cittadini privati complessivamente 397 domande per oltre un milione e 880 mila euro. “A un anno di distanza dall’alluvione ricordiamo innanzitutto il coraggio e la generosità di quanti dal primo minuto si sono impegnati per aiutare i concittadini in difficoltà, e un pensiero particolare va ad Oberdan Salvioli, che ha perso la vita”, ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia modenese.
Confagricoltura: “Imprese non ancora risarcite”. Ad oggi le imprese agricole colpite dall’alluvione del Secchia non hanno ancora avuto i rimborsi per i danni subiti: a dirlo è la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi. “Le organizzazioni agricole sono impegnate nel preparare le domande per il risarcimento che devono essere presentate entro il 28 febbraio. Il meccanismo è molto complesso e ad oggi manca ancora un’ordinanza importante, per questo finora sono state presentate poche domande”. In più, aggiunge, il sistema Sfinge, messo in piedi per il terremoto ed utilizzato anche per i rimborsi agli alluvionati, “si sta confermando troppo complesso, una criticità che noi di Confagricoltura Modena abbiamo messo in evidenza dal principio. Per tutti questi motivi molte aziende agricole hanno rinunciato a fare la domanda.
Come associazione ci stiamo impegnando e così stanno facendo i funzionari della Provincia di Modena, che non possiamo che ringraziare per la disponibilità e il supporto, ma le difficoltà sono tante”. Confagricoltura Modena spiega inoltre come, ad un anno dall’evento, il “pericolo fiumi” non sia scongiurato, qualcosa è stato fatto, ma è ancora insufficiente. I Comuni dovrebbero sollecitare l’ente preposto alla gestione del fiume Po di continuare a lavorare per mettere in sicurezza gli argini e pulire il letto del fiume. E tra i problemi irrisolti – per Bergamaschi – c’è anche la gestione delle nutrie.
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