Pubblichiamo da Gazzetta di Parma (leggi articolo originale)
La grande alluvione arriva sul grande schermo. Le immagini dell’esondazione del Baganza, che lo scorso 13 ottobre ha messo in ginocchio un quartiere e sconvolto l’intera città, ce le ricordiamo tutti benissimo.
Un container che balla minaccioso, in balia di una corrente che lo fa apparire leggero come una paperella di gomma. Il fango nelle cantine, nelle case, sui vestiti. Le pale che prendono a lavorare senza sosta, per giorni. Sono fotografie impresse nelle memoria di ognuno, dove sembrano essersi scavate un rifugio che difficilmente abbandoneranno da qui a molti anni. Ma, forse, è proprio per questo che rivedere quei momenti al cinema potrà rivelarsi doppiamente toccante.
Il docu-film «Fango e Acqua. La grande alluvione», che Radio Tv Parma proporrà al pubblico lunedì al cinema Astra di piazzale Volta, a partire dalle 21, porta la firma dei giornalisti Marco Balestrazzi e Alberto Rugolotto, con la collaborazione di Giuseppe Milano (parte tecnica a cura di Walter Perotti, Pietro Zambrelli e Gianmatteo Guarnieri, con la collaborazione di Germano Montali e Luca Carpigiani).
Il biglietto d’ingresso avrà un costo di 10 euro e l’intero ricavato della serata sarà devoluto alla raccolta fondi per l’alluvione messa in piedi da Munusonlus. A raccontare quei giorni – fra terrore, disperazione e gratitudine – è proprio la città: attraverso la voce di alcuni dei tanti parmigiani che sulla propria pelle hanno vissuto la devastazione. Interviste realizzare a mesi di distanza dal disastro sono abilmente mescolate alle immagini girate nelle ore calde dell’alluvione e alle testimonianze raccolte sul posto, a cavallo della grande onda. Fa una certa impressione rivederle, perché tutti noi, più o meno da vicino, le abbiamo vissute.
Subito dopo la proiezione, lunedì all’Astra, seguirà un dibattito moderato dal giornalista di Tv Parma, Giuseppe Milano, a cui sono stati invitati i massimi rappresentanti delle istituzioni regionali, provinciali e locali, oltre ai delegati delle associazioni di volontariato e della Protezione Civile. Lo scopo del film è proprio questo: dare il la alla discussione, essere uno spunto di approfondimento, non tanto per puntare il dito rispetto a quello che poteva essere fatto e non è stato fatto, ma per guardare avanti e, senza perdere tempo, individuare i prossimi obiettivi.
«Il docufilm punta ad essere una testimonianza – commenta Marco Balestrazzi -. In quei giorni di intenso lavoro abbiamo messo insieme tanto materiale video e da subito ci siamo detti che sarebbe stato bello, un giorno, quando avremmo avuto modo e tempo di farlo, lavorare ad un progetto più approfondito, per realizzare qualcosa che rimanesse nel tempo, che fosse un monito e che raccontasse quell’esperienza per bocca di chi l’aveva vissuta». Naturalmente l’iniziativa voleva essere legata ad un più ampio progetto di solidarietà, ed è perciò stato naturale unire le forze e aderire alla raccolta fondi di Munus, cui il Gruppo Gazzetta di Parma ha dato il proprio appoggio sin dall’inizio.
«Alle immagini d’archivio girate il 13 ottobre e nei giorni successivi – continua Balestrazzi -, abbiamo aggiunto interviste realizzate “a freddo”, mesi dopo il tragico evento, per capire, con i protagonisti, che cosa quell’esperienza avesse lasciato dentro di loro. Abbiamo ultimato il documentario in pochissimo tempo, soprattutto grazie alla disponibilità e all’impegno dei tecnici e di tutti i professionisti che ci hanno lavorato, a cui va il mio grazie».
L’evento che, non a caso, si svolgerà a poche ore dalla festa del patrono di Parma, Sant’Ilario (dell’eventualità del conferimento dell’omonimo premio al movimento dei cosiddetti «angeli del fango» si è parlato sin da subito, con tanto di petizioni e lettere aperte), è patrocinato dal Comune di Parma.
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