Pubblichiamo da Vigna Clara Blog (leggi articolo originale)
Che l’acqua sia un bene indispensabile alla sopravvivenza lo sanno tutti; che l’acqua invece sia oggetto di tutela da parte del Consiglio della Comunità Europea lo sanno in pochi. Entro la fine del 2015 i fiumi del nostro paese dovranno aver raggiunto uno stato delle acque superficiali “buono”, un obiettivo che a quanto pare non sarà possibile raggiungere.
Nel lontano 2000 il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno emanato la Direttiva 2000/60/CE “che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque”; la Direttiva scaturisce dalla considerazione che l’acqua non è un bene commerciale e pertanto si tratta di un patrimonio che va difeso e protetto.
Difesa e protezione si ottengono attraverso misure che hanno lo scopo di ridurre progressivamente l’inquinamento in maniera tale che le acque superficiali possano raggiungere uno buono stato ecologico e chimico; questo per tutelare sia le risorse idriche che la salute umana.
Obiettivo che doveva essere centrato con un tempo sufficientemente lungo: 15 anni.
Ma cosa si intende per “raggiungere un livello delle acque superficiali buono”?
A specificarlo è proprio la Direttiva Quadro che per quanto riguarda le condizioni generali precisa: “Lo schema di classificazione della direttiva relativo allo stato ecologico delle acque superficiali comprende cinque categorie: elevato, buono, sufficiente,scarso e cattivo. Per «stato elevato» si intende unapressione antropica nulla o molto ridotta, mentre per «buono stato» si intende una leggera deviazione da tale condizione e cosi via”.
Ora se facciamo riferimento ai nostri fiumi e torrenti non possiamo che concludere che siamo, per quanto riguarda l’obiettivo fissato dal Consiglio europeo, ad una distanza siderale. E’ sufficiente osservare le condizioni in cui da decenni si trova il Tevere o a quelle dell’Aniene, che alle porte di Roma si trasforma in una vera e propria fogna.
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