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Gen 08

Saldi, quando l’alluvione diventa una scusa

Pubblichiamo da Repubblica (leggi articolo originale)

IL cartello della discordia, è una questione di rispetto delle regole, di concorrenza poco chiara verso chi ha perso tutto e sta cercando di rimettersi in piedi. Diciamolo, anche un comportamento equivoco nei confronti dei consumatori perché quelle insegne a caratteri cubitali sono uno specchio per le allodole in tempo di crisi e di saldi. Parte da via XX Settembre, ma si estende a Marassi, San Fruttuoso, a tutti i quartieri finiti sotto il fango il 10 ottobre e il 15 novembre, la crociata dei commercianti iscritti ad Ascom contro i colleghi che continuano ad esporre fuori dai negozi: “vendita straordinaria causa alluvione”. Come se l’emergenza non fosse mai finita. L’ordinanza dell’ex assessore Francesco Oddone che consentiva, appunto, la vendita di merce alluvionata con lo sconto del 30%, era stata prorogata fino al 30 novembre e 5 dicembre, ma un mese dopo sono ancora diversi i commercianti che espongono sui marciapiedi prodotti a prezzi stracciati come se i magazzini fossero ancora pieni. Pantofole a 3 euro, guanti a 4, perfino valigie. Tutta roba nuovissima, camicie e borse impacchettate nelle buste di cellophane, senza neppure una traccia di fango.

«Dopo che il 5 dicembre tutti i nostri iscritti hanno tolto le insegne — spiega Gianni Prazzoli, presidente di Federmoda Genova, l’associazione rappresentativa in Ascom Confcommercio del settore tessile, abbigliamento e pelletteria — , abbiamo scoperto diverse situazioni irregolari. Le abbiamo segnalate alla polizia municipale, ma non so come sia finita: penso nel nulla visto che c’è più di un negozio con gli striscioni “causa alluvione”». Una beffa? «Non spettano a noi i controlli e più che dirlo non possiamo fare. Ora mi pare un po’ tardi per intervenire». Il settore Commercio della polizia municipale a dicembre ha controllato 59 negozi per il rispetto delle condizioni di vendita, ma non risultano sanzioni. Tutto a posto, quindi, mentre per il periodo natalizio i dati non sono aggiornati. «L’ordinanza prevedeva una proroga per esporre all’esterno la merce, un quid pluris per aiutare i commercianti che avevano i magazzini invasi dal fango. Continuare a vendere all’interno si può», interviene l’assessore alla Legalità e polizia municipale Elena Fiorini. I commercianti lo sanno. «Se entra un cliente gli propongo anche qualche pezzo alluvionato che mi è rimasto a prezzo scontato, ma avere ancora il magazzino pieno mi sembra una cosa strana».

In via Venti bassa, c’è un negozio White, che ha ancora lo striscione “causa alluvione”. I prodotti, però, sono intonsi, sembrano appena consegnati da un camion. «Abbiamo pagato l’occupazione del suolo pubblico — spiega una dipendente mostrando un foglio che spiega che la tassa è stata pagata fino al 31 dicembre — e siamo in regola. Meno male che ci permettono di andare avanti con queste promozioni, perché se non fosse così saremmo già tutti a casa senza un lavoro». E lo striscione? «Non so che dire, all’interno ed esterno possiamo andare avanti con le promozioni speciali per l’alluvione». Ma la merce pare nuova. «No, è danneggiata dal fango, ma è in ottime condizioni perché non abbiamo mai venduto, come certi negozi, la merce lavata per strada ». Il malcontento è generale anche perché nel periodo di saldi questi prezzi ancora più bassi stanno mettendo in difficoltà diversi commercianti del settore abbigliamento. «È chiaro che se ci sono delle regole vanno rispettate — interviene il neo assessore al Commercio, Emanuele Piazza — , invieremo nei negozi i vigili per condurre degli accertamenti e se troveremo irregolarità, scatteranno le sanzioni».

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