Pubblichiamo da Il Tirreno (leggi articolo originale)
CARRARA. I comitati nati dopo l’alluvione del Carrione ieri mattina si sono presentati nell’ufficio del procuratore capo Aldo Giubilaro e hanno dato il loro aiuto all’inchiesta. Per ora consegnando una serie di documenti che hanno raccolto nelle ultime settimane, perlopiù carteggi che hanno avuto con l’amministrazione pubblica. Relativi all’argine che è venuto giù quella mattina del 5 novembre. Giubilaro ha ascoltato le istanze dei cittadini, ha dato un’occhiata veloce insieme a loro alla documentazione e ha promesso che tutto verrà acquisito e valutato: «L’utilità di questo materiale – ha spiegato poi alla stampa – la verificheremo con il tempo. Questi carteggi potrebbero anche rivelarsi decisivi, ma al momento non è possibile ipotizzarne il rilievo».
La novità di fatto dà una spinta all’indagine che in questi giorni aveva segnato un po’ il passo, dopo l’iscrizione dei primi due nomi nel registro degli indagati (Stefano Michela e Franco Del Mancino, rispettivamente dirigente ai Lavori Pubblici della Provincia e l’ingegnere che ha firmato il progetto per la messa in sicurezza degli argini, anche di quello crollato). Il problema, nato dopo Natale, è stato causato dalla sostituzione di uno dei tre periti nominati dalla procura per fare chiarezza sul crollo del muro di contenimento. Al posto dell’ingegnere Raffaello Bartelletti, che con una lettera ha rimesso il mandato dicendo che il suo impegno passato con le amministrazioni locali poteva provocare dei problemi sia nel caso avesse ravvisato responsabilità come nell’ipotesi contraria. Giubilaro ha già trovato il suo sostituto: è Alessandro Ghinelli, un ingegnere fiorentino che ha già assunto l’incarico. Ed è già al lavoro. Il nuovo perito avrà bisogno di tempo per rileggersi le carte e quindi questo dovrebbe far slittare la data di consegna della relazione tecnica e le conclusioni del pool di esperti. Da metà gennaio, come era stato fissato, si dovrebbe arrivare a fine gennaio o a metà febbraio.
Uno step che è molto atteso dagli inquirenti, come annunciato dal procuratore capo il giorno che sono stati rivelati i nomi dei primi indagati: «Siamo solo alla prima fase dell’indagine quando ci verrà consegnata la relazione dei consulenti ci sarà una nuova accelerazione». E aveva aggiunto: «Questi non saranno né i primi né gli ultimi iscritti al registro degli indagati, e non è neppure detto che quelli di oggi rimarranno indagati al termine della nostra inchiesta. Il nostro obiettivo è quello di risalire alle responsabilità dell’evento alluvionale e il nostro impegno è principalmente quello. Ma dobbiamo farlo con la dovuta accortezza, per evitare che una settimana in meno di lavoro comprometta poi l’esito delle indagini stesse. Dobbiamo risalire alle cause che hanno determinato l’evento alluvionale, arrivare alle responsabilità che possono avere una rilevanza penale. Solo allora poi si procederà all’individuazione delle responsabilità. Le cause possono essere diverse e anche le ipotesi accusatorie: il fascicolo aperto, ad oggi, è per disastro colposo, ma non si possono escludere responsabilità anche per altri reati».
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