Report redatto da Nicola Ruberto*
Sabato 4 ottobre ad Ameglia in provincia di La Spezia, dopo vari incontri organizzativi, che si sono svolti a livello nazionale ( Sala Baganza, Policoro e Matera, Firenze, Abano Terme ), si è svolta una tappa decisiva per la nascita della Rete Nazionale dei Comitati alluvionati.
L’incontro ha visto la presenza di molti rappresentanti di comitati provenienti da tutta Italia,dove si è cercato di entrare nel merito delle proposte da sviluppare e discutere in vista di una iniziativa politica forte ed unitaria ,chiedendo come primo passo un incontro urgente al capo della Protezione Civile Gabrielli e un’udienza nel prossimo mese di dicembre alla Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati per presentare e portare proposte concrete a nome e per conto del popolo degli alluvionati
Giornata vivace e intensa nello svolgimento del dibattito che ha visto la partecipazione di diversi amministratori locali, provinciali e senatori della Repubblica, che si sono confrontati in modo franco con i vari comitati, arrivando alla conclusione che i cittadini debbono essere considerati una risorsa e non nemici o rompiscatole, è stato ribadito con forza la necessità che fare fronte comune, anche in modo trasversale, vuol dire fare il bene delle comunità lacerate dai disastri ambientali , arricchendosi a vicenda in uno spirito democratico di partecipazione attiva nelle scelte politiche per la tutela e la salvaguardia del territorio.
E’ emerso con forza da parte dei coordinatori dei vari comitati l’urgenza e la necessità di costituirsi in una organizzazione nazionale, che vede la partecipazione non solo come alluvionati, ma ricercando i contatti con altri comitati e associazioni che affrontano altre emergenze è stata significativa la presenza ai lavori del comitato “Sisma 12” di terremotati dell’Emilia Romagna unendosi per non finire nel dimenticatoio e lasciati soli a battersi nel proprio territorio e rimarcando la necessità che la rete diventi un luogo di scambio di esperienze che si vivono nelle varie realtà , iniziative di lotte e di promozioni di campagne di sensibilizzazione sulle tematiche del dissesto idrogeologico e altri disastri ambientali.
L’intento e l’obbiettivo della rete è arrivare ad avere una voce comune nel panorama nazionale delle disgrazie e dei ripetuti eventi calamitosi assumendo un peso politico da mettere in campo nel confronto delle istituzioni preposte alla gestione e alla salvaguardia del territorio.
Poche e significative le proposte che sono state discusse animatamente nel corso della giornata.
1) Proposta di iniziativa popolare per una riforma della Protezione Civile Nazionale, che sia partecipata e democratica,
- al servizio della prevenzione,
- informazione e tutela del bene comune, per creare e diffondere una coscienza ambientale e civile nella gestione e tutela del territorioe della gestione dei fiumi e delle acque.
Bisogna mettere fine alla gestione clientelare della “somma urgenza” che negli ultimi anni ha visto la proliferazione del malaffare con connivenze pericolose con la criminalità mafiosa, speculando sulle tragedie che gravano sulle spalle dei cittadini, (l’Aquila è il simbolo di tale deriva).
2) Una legge che vada ad uniformare su tutto il territorio nazionale i criteri,e i modi di intervento a favore dei cittadini colpiti da eventi calamitosi,
rilevamento dei danni,
- assegnazione dei fondi di risarcimento,in modo trasparente con la copertura al 100% dei danni subiti, mettendo fine alle discrepanze che sul territorio nazionale hanno creato alluvionati di serie A e di serie B .
3) Creazione di un archivio fotografico e documentale che possa servire a fare una mappatura dei territori colpiti, ma che serva anche da memoria collettiva sulle tragedie che spesso volontariamente sono fatte finire nel dimenticatoio.
4) Supportare e favorire la nascita di un coordinamento dei sindaci dei comuni alluvionati e a forte rischio idrogeologico, terremotati , interessati da frane ecc, per un’azione trasversale nell’incidere sul governo nazionale nella richiesta di messa in sicurezza del territorio, tutela ambientale, con relativa richiesta di invertire la dissennata politica del modello fallimentare della gestione del territorio,
- con cementificazione selvaggia,
- condoni edilizie e mancata tutela del patrimonio ambientale.
5) Creazione di gruppi di lavoro che partendo dalle esperienze del proprio territorio si fanno promotori di iniziative, cercando la collaborazione di associazioni, esperti e professionisti sulle tematiche del dissesto idrogeologico
- -sulla cultura ambientale,
- -per una corretta informazione capillare ai cittadini,
- -arricchirsi e allargare la cerchia della conoscenza ,
- -farsi promotori di un cambiamento comportamentale che partendo dal basso vada ad incidere nelle scelte politiche amministrative nella difesa del bene comune.
Fine ultimo della rete nazionale è cercare di pesare nelle rivendicazioni politiche , sfatando il refrain solito che non ci sono risorse economiche. Partendo dalla consapevolezza che oggi l’obbiettivo primario è la messa in sicurezza del territorio, questo vuol dire anche invertire la politica attuale degli investimenti, proponendo di dirottare le risorse stanziate per delle opere inutili e dannose che danneggiano ulteriormente il territorio, come la TAV, il ponte sullo stretto di Messina, o ancora lo sperpero di danato nell’acquisto di strumenti di guerra come gli F35, prevedere e destinare parte dei soldi confiscati alle organizzazioni malavitose, creando le condizioni per la realizzazione di un progetto serio di investimenti duraturo nel tempo che possa mettere fine alle continue e drammatiche emergenze che milioni di cittadini continuamente continuano a vivere sulla propria pelle , arrivando a cominciare a mettere in sicurezza il territorio nazionale, creando una economia ambientale contribuendo allo sviluppo economico con la creazione di nuovi posti di lavoro.
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* Nicola Luberto è uno degli animatori del Comitato sorto nel 2011 fra gli alluvionati di Sala Baganza
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