Pubblichiamo da IlSole24Ore (leggi articolo originale)
Il tema sollevato da Maipiù, il movimento promosso dall’unione di venti comitati degli alluvionati formatisi in tutta Italia negli ultimi anni che lunedì pomeriggio a Roma si è presentato ufficialmente
Segnali positivi sul tema delle competenze. Servono, invece, riforme decise sulle questioni delle responsabilità e del trattamento delle emergenze. E andrà fatta una verifica sulla spesa delle risorse recuperate dall’Unità di missione di Palazzo Chigi. Sono questi i temi sollevati da Maipiù, il movimento promosso dall’unione di venti comitati degli alluvionati formatisi in tutta Italia negli ultimi anni, che si sta costituendo in queste settimane e che lunedì pomeriggio a Roma si è presentato ufficialmente. Il suo primo atto sarà la richiesta di un incontro ufficiale con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
Il movimento è nato dopo tre anni di incontri in tutta Italia. Negli ultimi mesi ha deciso di strutturarsi con più forza, lavorando a un pacchetto di richieste da sottoporre al Governo: al suo interno si trovano realtà di Sicilia, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Marche, Toscana, Liguria, Veneto, Sardegna ed Emilia Romagna. La giornata di lunedì è servita a presentare queste richieste al Parlamento e al Governo.
A spiegare quali sono i punti da sciogliere nel sistema italiano c’è il coordinatore Gianni Fabbris: «Pensiamo sia necessaria una forte azione di riforma, che deve toccare sostanzialmente quattro punti. Il primo di questi è un intervento sulle norme che regolano il governo del territorio nelle aree considerate a rischio. Ogni emergenza nasce da un condono o dal mancato rispetto delle norme in materia di urbanistica».
C’è, poi, il tema della Protezione civile. «Serve una riforma finalmente organica. Da anni il capo della Protezione civile Franco Gabrielli la chiede a ripetizione. Non sappiamo cosa altro serve perché la politica si accorga che esiste un problema». Il terzo punto riguarda la certezza delle norme. «Su questo è utile fare un esempio. Negli ultimi anni in Toscana ci sono state diverse alluvioni che sono state sempre trattate in maniera differente. In alcuni casi è stata concesso l’indennizzo, in altri lo sgravio dei contributi per le imprese, in altri ancora nulla. Penso all’alluvione di Sala Baganza, in provincia di Parma. Qui non è stato neppure dichiarato lo stato di emergenza». Servono procedure standardizzate, che garantiscano una risposta uniforme ai cittadini. L’ultimo punto riguarda le sanzioni. «Esiste un tema di responsabilità. Al momento non ci viene assicurata una risposta in caso di emergenze. Se un argine non tiene, non sappiamo qual è la catena che deve portare a capire di chi è la colpa».
Sul fronte delle risorse, il dubbio principale riguarda la capacità di spesa delle Regioni. “Abbiamo appreso dal Governo la volontà di spendere un miliardo di euro nel corso del prossimo anni. Vigileremo sul fatto che questo denaro arrivi effettivamente a destinazione”. Mentre, sul tema delle competenze, qualcosa comincia a delinearsi. “Gli ultimi provvedimenti dell’esecutivo sono andati in una direzione precisa, grazie all’Unità di missione e ai commissari regionali. Dobbiamo però capire quali saranno gli effetti concreti di queste novità”.
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