Diretta dalla riunione fondativa di Maipiù

REPORT IN DIRETTA DELL’INCONTRO FONDATIVO DI MAIPIÙ – ROMA 30 NOVEMBRE 2014

foto dell’incontro in diretta sulla pagina facebook di Maipiù 

SEGUI SU QUESTA PAGINA DALLE ORE 11,30

aggiorna la pagina per vedere le ultime info (scusate gli orrori ma il report è in aggiornamento simultaneocon i diversi comitati e non viene riletto per evitare tempi morti)

ore 11.30

Introduce i lavori Gianni Fabbris, portavoce del Comitato per la difesa delle TerreJoniche nato nel 2011 all’indomani dell’alluvione del 3 marzo nei territori di Basilicata e Puglia nonchè coordinatore nazionale di Altragricoltura, rete di sindacato agricolo,

dopo la presentazione dei presenti:

– Aldo Cazzetta (Puglia) – Comitato TerreJoniche;

– Nicola Luberto Comitato 11 giugno Alluvione di  Sala Baganza – “Noi rappresentiamo quelli che non abbiamo avuto lo stato di calamità e siamo pertanto doppiamente sconfitti.”

– Cinzia Sciarra Comitato si presenta come membro del Comitato 11 giugno Alluvione di Sala Baganza;

– Giargio Sartini – Comitati alluvionati Senigallia costituito dall’unione di 4 comitati di cittadini dell’area interessata”

– Elena Maria Scopelliti  del Comitato di Marina Velka Senza Fango (Lazio) per lei “è necessaria una parziale messa in sicurezza del territorio. Andiamo avanti per combattere le alluvioni. Indica un sito realizzato: Alluvione.org per combattere e informare delle alluvioni nei diversi territori che viene messo a disposizione di tutti.”

– Nicola Labrisarda, proveniente dal presidio permanente di Carrara “costituitosi per insorgere contro un disastro che poteva essere evitato”

– Andrea Grasso Toscana del Comitato di massa, “necessario continuare la battaglia con altri”

– Ivo Zaccagna Comitato 2012 Ricortola – Bondano – Casone – Partaccia: “un comitato che porti benefici al cittadino e lo tuteli. Il Comitato cerca di dare un’assidua concentrazione e impegno per le risposte mancanti al territorio”;

– Giorgio Gabrielli Comitato Magra Aulla (Toscana): “Alluvione che ha devastato Aulla con 2 morti. Migliorare l’ambiente per migliorare la vita e venir fuori con qualcosa di concreto. Già nel 1916 fu realizzato un libricino che parlava del Magra e del pericolo che questo fiume poteva causare. E’ importante che i cittadini facciano sentire la propria voce.”

– Stefano Rossi, pluri alluvionato di Marina di Massa, è stato uno dei primi alluvionati (2008-2009) a fare voce grossa. L’ignava continua nonostante 6 anni costituiti da 5-6 eventi alluvionali durante i quali  nulla è stato fatto”

– Luca Ghirlanda, doppia veste: Comitato Volontari del Magra di Ameglia e portavoce del Popolo Alluvionati (dato dall’unione di 5 comitati della Val di Magra dal 2009-2011) “portate normali. eventi causati da una mal gestione del territorio.  Sicuramente pesanti e grandi sono le responsabilità legali e penali (vara e magra ha portato decine di morti) in cui l’opera principale che occorre realizzare è il dragaggio del fiume e la sua pulitura. Sono solo state fatte arginature senza logica con alluvioni che hanno colpito le zone che ovviamente ne erano sprovviste”

– Andreani Antonello Comitato del magra e Popolo degli alluvionati “è necessaria un’azione forte e congiunta”

– Francesca Sergiampietri – Comitato di Arcola confluito nel Popolo degli alluvionati

– Carmela Bianchini del Comitato di Senato Lerici “colatoi minori sono più bassi del letto del fiume. Il dragaggio sarebbe la soluzione veloce”. il Comitato di Arcola è confluito nel Popolo degli alluvionati

– Katya Madio, Comitato TerreJoniche e presidente dell’Associazione di Promozione Sociale TerreJoniche. Racconta l’esperienza delle tre alluvioni dal 2011 e dei 7 morti. “La nostra azione sul territorio ha comunque prodotto dei risultati sia nella prevenzione che nei risarcimenti. E’ il momento di unire le esperienze realizzate nei singoli territori”

– Olga Addimando Irpina Comitato Tutela fiume Calore che è intervenuto in sostegno degli alluvionati. “Il problema è la manutenzione del fiume per questo abbiamo istituito un forum ambientale appennino”

Dopo le presentazioni si è entrati nel merito:

Come organizzare i lavori

Obiettivi: come cambiare i rapporti di forza. Rompere gli argini e che modo, come? Individuare il carattere e le modalità. Quindi giro di osservazioni.

Partendo dal documento fondativo che verrà sottoscritto a fine giornata con i componenti dei comitati presenti oggi a fine giornata comunicheremo a tutti i soggetti la costituzione di questo nuovo soggetto.

Realizzazione di un verbale con acquisizione dell’adesione degli aderenti con il sostegno tramite skype di coloro che interverranno;

Punti di piattaforma che si sviluppi su due direzioni: documento rivolto alla classe dirigente; e un documento che investa la società ad assumere responsabilità civile. Ipotesi di lavoro che guarda alla società in generale.

Organizzazione della rete e del movimento: coordinamento, figure di rappresentanza (portavoce, coordinatore, etc.)

Giro di osservazioni per comprendere i punti di vista di ognuno dei presenti.

Nicola Luberto “oggi è fondamentale essere a Roma. Noi siamo stati i primi ad avere una discussione, salutando anche Paolo Franceschetti che con noi ha condiviso questo percorso da tre anni fa. Incontrarsi condividere e portare avanti un cammino e una battaglia comune. Oltre i soldi, una presa di conoscenza. Da una situazione negativa deve nascere una coscienza civile per vivere in un paese migliore. L’altra sera abbiamo preso parte a un incontro a Parma, colpiti da poco da una importante alluvione (basti pensare che è stata costruita una centrale telecom affianco a un ospedale privato) per promuove la formazione un comitato cittadino. Quando abbiamo dato le indicazioni, si è subito dato vita all’embrione di questo comitato che sta prendendo corpo con diverse associazioni ambientalistiche che non siamo mai riusciti mai a coinvolgere e che ora sono più attente e presenti. Lavorare quindi su questo. Realizzare un nocciolo intorno al quale aggregare. Sforzo per continuare a investire. Il lavoro fatto oggi, al di là della formalizzazione, è autostimolante per continuare. Ci sono realtà che stanno facendo lavori straordinari ma che bisogna mettere insieme. Sono orgoglioso per aver dato un contributo iniziale alla nascita di questa rete”.

E’ arrivato Roberto Iraci assessore di Barcellona Pozzo di Gotto e geologo

Cinzia Sciarra “Necessario piano di protezione civile e pretendere che sia attuato”

Giorgio Sartini: “Importante studiare documenti, norme. Ho inviato due documenti della convenzione di Haarus e quello che il governo italiano ha recepito perchè ci dà già la possibilità come attività che lavora sul piano dell’ambiente in 5 regioni e quindi come controparte (attori in prima linea) per il riconoscimento ministeriale. Regardire gli enti per conoscere in anteprima quello che vogliono fare. Poichè prevedono sempre progetti relativi ad appalti per la messa in salvaguardia delle nostre realtà e nostre controdeduzioni e se non lo fanno sono denunciabili. C’è un rimpallo di responsabilità tra istituzioni. Senigallia sembra essere il comune più virtuoso perchè tutti gli argini, come dichiarato dal sindaco, erano in perfetti stato tanto che il fiume ha retto in 22 punti dichiarando che aveva attuato i piani e le relative esercitazioni. E’ importante quindi mettere i dirigenti di fronte alle loro responsabilità. Se riusciamo a dimostrare le responsabilità possiamo attingere alle polizze assicurative che i singoli dirigenti hanno. Altrimenti non ci sono risarcimenti. Mentre per i contratti di fiume ho remore perchè succede sempre che ci sono associazioni naturalistiche che lavorano per fabbisogno di biomasse. Io ho pensato a un progetto che utilizza biomassa dei fiumi (che di per sè è minima) che di fronte a un peso specifico consistente è importante a livello energetico.Necessità di consorzi e cooperative con sistemazioni fiumi, riparazioni costanti di argini e sarebbe importante con un referente per ogni regione.”

Elena Scopelliti: “Impostazione giusta dal punto di vista ambientale. Non siamo riusciti a fare passare le casse di espansione ma volontà di realizzare argini grandi. Punto risorse è anche fondamentale (competenze e risorse) in questa discussione. Noi come comitato possiamo dare apporto grafico, sito, stampa. Ultima cosa riguardo alle pressioni sulle denunce è fondamentale usare la stampa. E domani non ci sarò ma ci sarà l’addetto stampa.”

Nicola Luberto: “quando si parla di coscienza civile ma anche responsabilità delle amministrazioni obbedisci a logiche clientelari per non perdere il consenso di imprese con presenze vicino al fiume che non ci deve essere. Da noi viene gente che non riesce più a dormire. Discorso prevenzione: si spendono soldi in emergenza perchè fa comodo a tutti.”

Ci siamo fermati per la pausa pranzo. Riprendiamo a breve

E’ arrivato Roberto Iraci da Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia): nella zona numerosi fenomeni simili e qui nella sua doppia vece di Assessore e geologo. Ci sono comunque diversi comitati provenienti da Saponara, Barcellona P.G. “Qst iniziative aiutano più di altre. Non si riesce mai un piano serio. Facciamo manutenzione ordinaria.”

E’ arrivato anche il comitato da Genova: Spiniello “comitato ponte carega. Territorio fortemente interessato da azioni speculative e di intensa cementificazione. Ulteriori progetti di restringimento del Bisagno. Associazione e comitati territoriale fa massa critica e informazione dal 2011 e prossimo 11 gennaio proporremo iniziative alla lotta al dissesto idrogeologico”

Gianni Fabbris interviene a riportare il discorso sui punti della proposta illustrandoli ai nuovi arrivati. “Responsabilità per arrivare agli step preposti. Propongo si chiuda la parte di discussione strategica. E riapriamo da Nicola che proponeva rispetto ala natura della nostra iniziativa cosa s’intende investire le nostre comunità e cosa invece per un paese che deve rompere gli argini e interfacciarsi con le istituzioni. ”

Rossi: “Putroppo il processo di cementificazione è ormai dilagante. Cii sono progetti in barba a normative vigenti che violano. Cosa: 1)chiedere che venisse disposto il blocco di premi ai dirigenti almeno nei comuni alluvionati; 2) obbligatorietà enti locali inchieste interne per accertare responsabilita con provvedimenti disciplinari e eventuali sospensioni utilizzando il corpo di polizia autonomo delle province;3) al MINISTERO GRAZIA E GIUSTIZIA una circolare a tutti i tribunali massima priorità ai disastri naturali e obbligo di nomina di CTU; 4) blocca delle sanatorie e revoca negli ultimi 10 anni a tutte le tombature; revoca polizze ai dirigenti.

Ri-interviene Roberto: “Oltre alle richieste nella normativa predisporre delle revisioni.”

“Importante per domani: indicare che ci siamo formati, indicare questioni generali, di fronte alla politica che vanno cambiate le normative, indagare le responsabilità. Andiamo quindi nel merito delle proposte da consegnare e assumere tutti. Primo punto: il Governo Nazionale annuncia 1 miliardo di euro per le aree urbane (entro il 4 le regioni dovrebbero indagare quali sono le aree) e alti 6 miliardi di euro per la messa in sicurezza in sei/ sette anni. Quali posizioni assumiamo? Entriamo nel merito. tre ordini di problemi: i soldi devono essere accompagnati da una profonda revisione del quadro normativo entro cui questi soldi vengono spesi, affinchè i soldi servano effettivamente per il riordino del territorio;se noi permettiamo che lo stanziamento sia solo sulla mitigazione del rischio, ma non per le comunità nessuno continuerebbe a parlare di tutto questo, capire quindi che succede alle nostre comunità (x ogni euro per la messa n sicurezza ci vuole altrettanto per risarcire le comunità); 3) è arrivata l’ora di norme chiare di cosa accade dopo e durante l’evento calamitoso: perchè ci sono alluvioni si serie A, B, C, etc.? La politica ha tutto l’interesse a mantenere disarticolato il quadro e avere poi il consenso. Quindi norma trasparente che regoli il durante e post alluvione; riforma della Protezione Civile che sempre da più esca dalla logica della discrezionalità e emergenza e vada verso forme

Intervento di Ivo Zaccagna che sottolinea la necessità di portare fuori alla cittadinanza e al suo comitato la nascita di questo movimento. “Aderisce alla causa ma non firmiamo lo Statuto. Fare squadra ed è necessaria la discussione.”

Intervento di Ghirlanda “unire in una logica d’insieme tutti icomitati è stata un’impresa. Confronto su punti su cui tutte le realtà alluvionate sono d’accordo e gli interessi locali lasciate alle singole realtà. Cose non c’è dubbio siamo d’accordo: legislazione che fa schifo in ambito di dissesto idrogeologico (non c’è una regola uguale per tutti) quindi cambiarla e noi essere ai tavoli; poi le responsabilità chiara (quindi normativa di legge); risorse economiche autonome senza che qualcuno ci metta in cappello sopra. Per quanto riguarda il documento fondativo lo abbiamo già discusso. Bisogna quindi organizzarsi. Creare una rete e come ci muoviamo.

Saluto al sindaco di Niscemi e all’assessore di Vittoria.

Nicola: “Punto a nostro favore da piccole realtà ad avere un grande coinvolgimento. Riflessione di questo momento: perchè siamo qua? Sono 3 anni che abbiamo acquisito una coscienza politica e civica che possiamo avere solo quando condividiamo. Formalizzare e presentare all’esterno la nostra esperienza. Se cominciamo ad avere dubbi prima di metterci in pista ci fermiamo. Questo bisogna farlo nelle proprie realtà a maggior ragione se

Sergio: Il documento fondativo è la base di partenza. Do il mio contributo perchè ci credo.

Tutti i comitati dentro il coordinamento e indicano una persona, dice Fabbris. Stasera condividiamo il documento fondativo tra le realtà che lo hanno discusso e rimane apertoalle realtà che lo devono ancora

Ghirlanda: Io andrei oltre. Il messaggio che deve uscire da qui e che questa unione è nata. Da questa base certa

La Rosa, sndaco Niscemi: “Io provengo dai movimenti. Per i sindaci intervenire è un problema. Quindi i comitati per me devono fare un’altra strada che non prevede la presenza di sindaci. Noi possiamo prevedere, come vorrei, la costituzione di un comitato di sindaci. Ho già parlato con Marco Cuselli, sindaco di Volterra.”

Assessore del Comune di Vittoria Concetta Fiore: “Abbiamo fatto tante battaglie con Gianni Fabbris. Abbiamo avuto anche noi alluvioni non indifferenti come Giampilieri colpendo centinaia di aziende agricole per una perdita di 20 mln di euro. Intervenire sul rischio idrogeologico su cui la Sicilia è ad alto rischio così come la mitigazione del rischio. Ho impressione che non daranno possibilità ai sindaci cosi come intervenire nelle tragedie.

Fabbris: “Abbiamo bisogno di un movimento ampio che deve saper coinvolgere le comunità che stia insieme su punti comuni e articolarla ai sensi delle norme sia perchè diventiamo interlocutori politici. Mancano le norme che individuano le responsabilità ed essere chiamati alle responsabilità qualora siano mancanti. Perchè l’urgenza? Nel mentre fa lo Sblocca Italia, disarticolando tutto, dice che mette un miliardo di euro subito da spendere su messa in sicurezza. Diremo alla politica che ci vogliono quei soldi ma non a fare appaltificio. Quindi garanzie sui controlli e in ogni caso per ogni euro sulla mitigazione del rischio ambientale ci vuole un euro per le comunità. Incominciare quindi a chiedere degli incontri formali con il Governo Nazionale come movimento unitario, alla conferenza stato/regioni. Lavorare in rete con una serie di strumenti e provare a metterli insieme e condividere. Sul piano operativo possiamo fare un primo passaggio con a gennaio un secondo con la costituzione di un coordinamento di comitati in cui ognuno esprime un suo rappresentante. Diamoci un tempo per aggregare altri e definisce meglio i livelli organizzativi. Tuttavia dobbiamo esprimere un primo livello organizzativo. Provare a mettere insieme un gruppo di lavoro sulla comunicazione affinchè ogni comitato sia meglio rappresentato. Tra i giornalisti c’è ad esempio Lucia Vastano sulla memoria del Vajont che da la disponibilità a mandare i materiali. All’esterno la voce che comunica le decisioni unitarie deve essere UNA perchè è una rete/ movimento che fa sintesi. Quindi coordinamento tutti dentro, uno centrale di tre persone e una sola voce all’esterno. Costituire un gruppo di lavoro che faccia la ricognizione sule idee di ciascun comitato sul terreno della responsabilità. Gestione del territorio e sul coinvolgimento della cittadinanza con diversi progetti deve essere fatto un gruppo di lavoro.Quindi i definitiva tre gruppi di lavoro. Il tema della vertenza va assunto da tutti. Rompiamo gli argini per invadere la politica e la società.

Rossi chiede di far parte del gruppo legalità.

Si decide a conclusione che per il Coordinamento centrale fino a Gennaio sono stati scelti: un esponente del Popolo degli alluvionati (Luca Ghirlanda), un esponente del Comitato Sala Baganza (Nicola Luberto) e esponente del Comitato TerreJoniche (Gianni Fabbris).

Tommaso Campanella, parlamentare del gruppo misto che faciliterà l’incontro di domani.

Questo il suo intervento: “non ho un partito strutturato alle spalle. L’idea dell’argine che si rompe ed entra dentro il palazzo del Senato. Abbiamo voluto che la riunione fosse dentro. Un ruolo di iniettore temporale e fungibile sperando di far entrare quanti più parlamentari possibile dentro questa idea. Stimo molto di fare un comitato univoco. Ho imparato che è difficilissimo parlare con una voce sola ma è di una importanza capitale. In bocca al lupo”.

L’incontro è terminato alle ore 17:35. A domani…