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Nov 09

Marina di Massa. Lettera di un alluvionato

La lettera che segue è un comunicato stampa inviato a diverse testate giornalistiche da componente di un gruppo di alluvionati di Marina di Massa che continuano a subire un’odissea nella sostanziale indifferenza sia di Enti locali che delle autorità giudiziarie.

Vi scrivo nell’ennesima ricorrenza di disastro ambientale nel comprensorio apuano

In questi ultimi anni, assieme alla mia compagna e ad altri residenti di Partaccia, ho subito almeno 6 alluvioni gravi, senza contare gli eventi intermedi, con incalcolabili danni materiali, ma soprattutto esistenziali e morali.

Abbiamo inviato decine di diffide, messe in mora, raccomandate, ecc agli Enti locali (provincia e comune) che non hanno nemmeno mosso un dito nel comprensorio in cui si trova la nostra abitazione.

Anzi, hanno fatto ben di peggio! La provincia, ad esempio, ha rilasciato sanatorie a privati cittadini autori di tombature abusive (il cui carattere illegale era stato accertato dalla Polizia provinciale sin dal 2009) e il comune – violando le stesse Ordinanze emesse dall’ex sindaco Pucci nel 2010 e nel 2012 – NON ha mai provveduto a demolire i manufatti abusivi, né quelli edificati da decine e decine di privati ed aziende NE’ QUELLE EDIFICATE DALLO STESSO COMUNE!

Abbiamo inoltre depositato ben 5 dettagliate denunce alla Procura della Repubblica di Massa, dalla quale non è mai stata riservata la giusta attenzione ai gravi eventi da noi segnalati, provvedendo sistematicamente a richiedere archiviazioni dei procedimenti pur a fronte di evidenti elementi che dimostrano, se non altro, le annose omissioni degli Enti locali, i quali da una parte fanno proclami e dichiarazioni di circostanza, dall’altra fanno esattamente il contrario, come ho già detto sanando situazioni di evidente illegalità e non provvedendo alle indispensabili migliorie sul reticolo idrico dell’intera area (intendo dire: dragaggi dei fondali, ripristino delle regolari pendenze degli alvei, sistemazione di idrovore fisse, rinforzo degli argini, ecc.)

PREMESSO TUTTO QUESTO, SONO A COMUNICARVI CHE – DOPO 6 ANNI DI SUBITE ANGHERIE E PRESO ATTO DELLA TOTALE INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI PREPOSTE ALLA TUTELA DEI CITTADINI – SONO IN PROCINTO DI TRASFERIRMI DI ABITAZIONE E COSTITUIRO’ FORSE IL PRIMO CASO DI ESULE AMBIENTALE IN TUTTO IL COMPRENSORIO APUANO

INFATTI, LE RAGIONI CHE STANNO ALLA BASE DELLA MIA PROSSIMA DECISIONE DI ABBANDONARE L’ABITAZIONE DELLA MIA COMPAGNA NON SONO PERSONALI, MA SONO INVECE DETTATE DAL FATTO CHE SIA DIVENUTO IMPOSSIBILE VIVERE IN TRANQUILLITA’ TRA LE MURA DOMESTICHE, IN QUANTO OGNI ANNI SIAMO COSTRETTI A TRASCORRERE MESI E MESI NELLA COSTANTE MINACCIA DI SUBIRE ENNESIME ALLUVIONI.

Resto a disposizione per ogni chiarimento e auspico un Vs interesse alla mia vicenda personale, non in quanto tale ma in quanto emblematica di un degrado della cosa pubblica – e in particolare della rete idrica dell’intera zona – che ha già mietuto almeno 6 vittime negli ultimi 10 anni nella nostra provincia e ha arrecato incalcolabili danni esistenziali a migliaia di cittadini, nella sostanziale impotenza degli Enti preposti alla tutela del territorio e dei residenti.

Stefano Rossi

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