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Gen 05

Dissesto idrogeologico: arriva il sistema vetiver

Pubblichiamo da ImprontaUnika (leggi articolo originale)

Se pensavate al Vetiver solo come ad un esotico profumo o alle sue proprietà come olio essenziale, dovete ancora imparare molto. Da questa pianta infatti prende il nome anche il “sistema Vetiver” una nuova forma di tecnologia contro l’erosione. Come? Si sfrutta la capacità di crescita del suo apparato radicale.
Il vetiver possiede un apparato radicale molto profondo che raggiunge e arriva a superare anche i 5 metri. A rendere popolare il vetiver in ambito dell’ingegneria naturalistica sono proprio le caratteristiche dell’apparato radicale che possono essere così sintetizzate:
-Estrema profondità di crescita dell’apparato radicale, fino a superare i 5 metri.
-Velocità di crescita delle radici molto rapida.
-Radici sottili, omogenee, fitte ed estremamente resistenti (1/6 di un acciaio di media qualità).
-Radici resistenti sia in terreni acidi, sia in terreni basici con pH compreso tra 4 e 12.
-Le radici svolgono bene il loro compito anti-erosivo anche in zone salive.
-Le radici svolgono bene il loro compito anti-erosivo in un intervallo di temperature molto esteso, da -10 °C fino a 60 °C.
Ecco perchè il vetiver ha moltissime applicazioni nel settore dell’ingegneria naturalistica dove si èfatto strada per la caratteristica di “imbrigliare” qualunque terreno rendendolo quasi immune ai fenomeni erosivi. Ecco il motivo per cui è impiegato per il consolidamento di scarpate stradali e ferroviarie, per proteggere gli argini di torrenti e fiumi e per il ripristino di miniere ormai esauste.
Riepilogando: da un lato i suoi oli essenziali sono impiegati nell’industria cosmetica, dall’altro le proprietà delle sue parti sono usate nel metodo Ayurvedico, ed ora eccolo nell’ingegneria naturalistica dove il sistema vetiver è famoso per contrastare le erosioni e per la depurazione delle acque (fitodepurazione).
In Italia sono molto le località che si sono affidate con successo al sistema vetiver per contenere le problematiche legate ai fenomeni erosivi. Non solo contro il dissesto idrogeologico, ma anche per contenere l’inquinamento di acqua e suolo, nell’agricoltura e nel settore dell’energia, per produrre carburante nelle centrali elettriche a biomassa.
Siamo di fronte ad una metodologia in cui le piante possono sostituire o integrarsi con le opere civili, perchè per il fitto apparato radicale, il vetiver va a consolidare e conservare il suolo. Questo sistema viene utilizzato per proteggere opere infrastrutturali, per ripristinare zone inquinate (le radici hanno la capacità di assorbire gli inquinanti dal suolo e dalle acque) e per la depurazione delle acque.
Esso dunque è una soluzione sicura, efficace e a basso costo. L’applicazione di tale sistema è così semplice che può essere applicato anche in forma domestica da un privato o su piccolissima scala, per esempio, dagli ortisti che devono contenere un fossato particolarmente argilloso che alla prima pioggia crolla. In ambito domestico può essere usato per conferire più stabilità alle murature e su larga scala può essere impiegato per trattare scarichi industriali altamente inquinati o per mitigare il rischio di smottamenti che possono interessare interi comprensori.

di Silvia Lazzerini

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